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01/04/2025
Ritengo che Yamaha offra sempre ottime chitarre, paragonabili a modelli Squier / Fender del doppio del prezzo. La 112V è un giusto compromesso tra le fasce basse (la 012 o le 112J) e quelle medio-alte (612) con combinazione pickup H-S-S, proprio perché, rispetto alle serie inferiori, ha il coil-split (esclude uno dei due pickup dell’humbucker) tramite push-pull sulla manopola del tono, per ottenere un suono più classico e “simile” a quello di una Fender Stratocaster a 3 single-coil. Consiglio la 112V a chi volesse iniziare a suonare anche rispetto alle stesse Pacifica 012 e 112J proprio per la versatilità offerta dal coil-split e dalla qualità dei magneti “Alnico V”, che nelle precedenti non sono presenti. Ho scelto la versione 112VM (maple – tastiera in acero), perché avendo già una Yamaha RGX con tastiera in palissandro, ponte su licenza Floyd-rose e pickup in H-S-H, ho una chitarra dal suono scuro e potente e mi mancava quel suono rotondo e pulito (tipico dei Dire Straits) che non riuscivo ad ottenere con la RGX e che ho ritrovato pienamente (e in varie declinazioni, grazie al selettore), sebbene con il devoto rispetto del caso, con la 112VM (e un mini amplificatore Lekato a batteria da 30 euro con solo il reverbero attivo). Il manico ha uno spessore standard (20.9 mm al capotasto e 22.9 al 12°) e una mano abituata alla RGX sente la differenza alla quale, tuttavia, si abitua dopo poche ore di utilizzo ed aver effettuato un necessario setup di manico e ponte. Il setup di default della chitarra non è perfetto, almeno nel mio caso: il manico presentava una “eccessiva” gobba e ho dovuto agire sul truss rod per raddrizzarlo. Una volta effettuato il setup del manico ho dovuto agire sull’action (altezza delle corde) e, di conseguenza, con l’accordatore, sull’intonazione al 12° tasto, agendo sulle viti poste sulle sellette del ponte. Le operazioni di setup possono essere effettuate anche da qualcuno alle prime armi ma con una discreta propensione al fai-da-te e solo dopo aver seguito attentamente alcuni tutorial che spiegano bene le tolleranze da rispettare. Ho notato alcune sbavature da assorbimento di vernice sui marker laterali della tastiera. Probabilmete, dopo un periodo di rodaggio, sostituirò lo string tree (abbassa-corde) e il nut (capotasto) di serie con prodotti della Graph Tech (fatti in plastica autolubrificante), più che per vantaggi di suono (che pare siano minimi), per ridurre le tensioni in fase di accordatura e che portano lo strumento a scordarsi più facilmente per via degli attriti e conseguenti tensioni non bilanciate tra e abbassa-corde (classico), capotasto e ponte, per l’uso del tremolo e comunque dal rilassamento nel breve termine delle tensioni stesse a chitarra ferma. Questa soluzione è adottata dalla Yamaha a partire dal modello 311. Per il setup delle molle sul retro, che regolano il tiraggio del ponte, devo ancora valutare alcune soluzioni, poiché venendo da un Floyd-Rose, ho l’impressione che possa essere la causa del fatto che le corde siano un po’ più dure da tirare a parità di paratura.

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Bollino Feedaty
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